Un documentario di un’ora del regista Quattrina sulla storia dell’ex base Nato di Affi

“West Star: polvere di una stella”, è il documentario storico in fase di lavorazione del regista Mauro Vittorio Quattrina. Racconta la vita sotterranea di “Stella d’Occidente” e di come, ormai, sia stata “sepolta” sotto la polvere. Il filmato sarà terminato entro l’anno, uscirà per gennaio 2017 ed avrà la durata di oltre un’ora. Materiale storico raccolto in 15 ore di riprese interne effettuate in 6-7 visite al sito negli anni scorsi.

Un vero e proprio documento storico di questa struttura costruita in tempo di Guerra fredda, ma che la guerra di oggi dell’Isis all’Occidente potrebbe anche riportare in vita. Lo pensa anche Quattrina: “E’ veramente il caso di chiuderla con tutto quello che sta succedendo?”, dice. Del resto si tratta di un sito di difesa in caso di attacco nucleare, anche se di passata concezione, e le minacce più recenti aprono nuovi scenari mondiali.

“Il documentario raccoglie le testimonianza di tante persone che vi hanno lavorato – annuncia il regista – portando soprattutto l’esperienza umana di chi ha vissuto all’interno”. Uomini e donne che vi hanno trascorso anche 25 giorni di seguito senza mai vedere la luce, che raccontano di temporali con tuoni che sentivano da dentro e che rimbombavano come bombe. Ci sono aneddoti anche di comandanti che gettavano la colazione a terra, perché non era fatta all’americana, come altri aspetti di vita quotidiana: il senso del tempo che non passava mai, il rumore delle macchine che andavano 24 ore, l’ordine di parlare sempre sotto voce. Ci sono ancora maschere che sembrano antigas, ma che in realtà erano antipolvere, poiché in caso di crollo, tutta la polvere del cemento del bunker si sarebbe sparsa ovunque”. Le interviste inserite nel documentario sono tante, volte a descrivere anche i tormenti che si provavano in quel periodo ad alta tensione mondiale. “C’erano dei sensori che in caso di scoppio di una bomba atomica, ne riconoscevano il tipo di luce e facevano scattare la chiusura ermetica delle porte blindate. Verona, del resto, aveva puntate delle bombe atomiche, lo hanno rivelato i Russi, essendo una delle città più militarizzate”. Su quel sito militare ultra segreto, nei decenni passati, si sono diffuse tante leggende metropolitane, in primis quella che la sommità del monte si sarebbe potuta aprire per il lancio di missili nucleari. “Un ufficiale ci ha raccontato – conferma Quattrina – che si divertiva ad entrare nei bar del paese e per far colpo sulle ragazze o sulla gente, dicendo, appunto, che sotto il Moscal c’erano i missili pronti ad essere lanciati, ma era una grossa balla, come si è risaputo poi”.

“Giravano voci anche che ci fossero gli Ufo all’interno, quelli non mancano mai – commenta sarcastico il regista -. Resta, comunque, uno dei siti più suggestivi e storici del Nord Italia per la guerra fredda: sul lago di Garda c’è anche la galleria a Torbole dove si trovava la fabbrica per la costruzione delle armi segrete di Hitler”. Due particolari hanno colpito Quattrina all’interno dell’ex base Nato: la cassaforte blindata dove ci poteva essere la busta con l’ordine per un attacco atomico e la parete della sala mensa, dove appeso è rimasto un piccolo crocefisso (vedi foto). Forse, le tante preghiere, anche quelle militari, hanno fermato la mano dell’uomo dallo schiacciare quel pulsante rosso che avrebbe distrutto il mondo.

Annamaria Schiano      

06.04.2016

Stella d’Occidente lasciata ai vandali

La consigliera regionale del Movimento 5 Stelle (M5S) Erika Baldini ha presentato una interrogazione a risposta scritta alla Giunta regionale sull’ex base militare West Star.

«È il più grande bunker antiatomico d’Europa scavato nelle viscere del Monte Moscal. Dal 2008 è stato dichiarato infrastruttura inattiva e per questo potrebbe essere sfruttato come attrazione turistica. West Star, è una struttura di 13 mila metri quadrati suddivisa in 110 stanze, 3 ingressi e gallerie d’accesso. Nel 2010 la Regione Veneto stipulò una convenzione con il Ministero della Difesa per un progetto di valorizzazione turistica del rifugio antiatomico, con uno stanziamento di 100 mila euro per 3 anni fino al 2012. L’ipotesi era di creare un museo della guerra fredda ma ad oggi chiedo come sia lo stato dei lavori, cosa sia stato effettuato e che fine abbia fatto questa idea. Fino al 2013 il sito era frequentato da dipendenti del Ministero della Difesa addetti ai controlli, ma dopo un incidente a dei fusibili che provocarono uno scoppio, la struttura fu abbandonata del tutto e, a causa delle incursioni di alcuni vandali, lo Stato Maggiore non rilasciò più autorizzazioni per visite. Nel 2015 l’Agenzia del Demanio del Veneto avrebbe dovuto esprimersi se ci fossero stati elementi ostativi alla cessione del bunker in favore del Comune di Affi, ma a oggi non si conosce il destino di questo sito che non deve finire tra le occasioni possibili non sfruttate».

Mauro Vittorio Quattrina regista, documentarista, consulente storico per fiction e film di guerra la realtà attuale dell’ex base militare di Affi la conosce bene perché in questo luogo ha girato il documentario «West Star, polvere di una stella».

«Bande di vandali o meglio delinquenti specializzati in questo tipo di furti hanno portato via tutto quello che era asportabile, compresi i fili elettrici in rame dell’impianto di illuminazione nell’area esterna alla base e in una parte delle gallerie. Non c’è da meravigliarsi, fenomeni di questo genere si verifichino puntalmente in luoghi abbandonati da anni. Ma il resto della struttura, protetta dalle porte blindate, è in ottime condizioni. Il cuore della base custodisce ancora, tra l’altro, attrezzature come i filtri NBC, grandi motori marini, le vasche per l’acqua potabile e per quella che serviva al sistema di raffreddamento. Le intrusioni si sono verificate dall’entrata secondaria, dove i ladri hanno fatto saltare e sostituito il lucchetto originale con uno che si sono procurati loro. Sono entrati anche dall’uscita di sicurezza che si trova sulla sommità del Monte Moscal. Questo luogo potrebbe ospitare un museo interattivo della guerra fredda. Prima però si dovrebbe procedere alla formazione di un comitato scientifico e a uno studio di fattibilità».

Tre settimane fa una delegazione del Comune di Affi guidata dal sindaco Roberto Bonometti si è incontrata a Roma con il generale di divisione aerea Alberto Rosso vice capo di gabinetto del ministro della Difesa per discutere sulla possibilità di acquisizione del bunker ora sotto la responsabilità del demanio militare. La soluzione prospettata è il passaggio di mano di West Star dal demanio militare a quello civile. A quel punto il Comune di Affi potrebbe richiederne l’acquisizione senza oneri di spesa, in base alle normative, recentemente approvate, sul «federalismo demaniale», che consentono alle amministrazioni pubbliche di richiedere aree demaniali a costo zero.

Luca Belligoli